Visionari
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Adalberto Scemma racconta i grandi protagonisti della letteratura sportiva.
Scrivevano per lavoro ma anche per passione, perché attraverso le imprese sportive raccontavano l’esistenza.
Erano anime in tensione, giornalisti e scrittori, ribelli e sognatori, bracconieri di storie alla ricerca di gesta eroiche e momenti unici, irripetibili.
Molto più che cronisti, erano instancabili creativi della parola, maestri squisiti di stile e narrazione, in una parola: visionari.
Lo storico giornalista sportivo Adalberto Scemma racconta Dino Buzzati, Gianni Mura, Luigi Gianoli, Giovanni Arpino e Orio Vergani, i grandi protagonisti della letteratura sportiva.
Autore: Storie avvolgibili
Ultimo episodio: 02/06/22 19:12
Aggiornamento: 27/11/24 19:06 (Aggiorna adesso)
Visionari - Orio Vergani
Orio Vergani ha scritto per il Corriere della Sera 20.400 articoli, due al giorno per 300 giorni all’anno per 34 anni. Attualità, critica d’arte e letteraria, reportage, spettacoli ma anche sport, il ciclismo in particolare, 25 volte il Giro d’Italia e altrettante volte il Tour de France.
Ha raccontato con identico pathos i letterati e gli olimpionici, i grandi scalatori e i sollevatori di pesi, chiunque avesse in sé il germe dell’avventura, e quando ha potuto scegliere, si è sempre schierato dalla parte degli umili: lottatori soprattutto, come Primo Carnera o Giovanni Raicevich, ma anche il mitico Fausto Coppi, di cui ha descritto la parabola con immortale poesia.
Orio Vergani ha scritto per il Corriere della Sera 20.400 articoli, due al giorno per 300 giorni all’anno per 34 anni. Attualità, critica d’arte e letteraria, reportage, spettacoli ma anche sport, il ciclismo in particolare, 25 volte il Giro d’Italia e altrettante volte il Tour de France.
Ha raccontato con identico pathos i letterati e gli olimpionici, i grandi scalatori e i sollevatori di pesi, chiunque avesse in sé il germe dell’avventura, e quando ha potuto scegliere, si è sempre schierato dalla parte degli umili: lottatori soprattutto, come Primo Carnera o Giovanni Raicevich, ma anche il mitico Fausto Coppi, di cui ha descritto la parabola con immortale poesia.
Visionari - Giovanni Arpino
“Il giornalismo sportivo o è serissimo o è servile. Ma per essere servili occorrono mille trucchi e un milione di reticenze e di bugie. Per essere seri basta ‘saper vedere’ indipendentemente dalle tesi prefabbricate”.
Giovanni Arpino entra nel mondo del giornalismo sportivo nel 1969 come un corpo estraneo, con uno stile narrativo libero da vincoli e quasi sempre controcorrente, che condivide con l’allora emergente Osvaldo Soriano.
Uno stile che trova la sua realizzazione nel capolavoro Azzurro tenebra, frutto di quello spirito ribelle, sognatore e fuggitivo per cui il calcio rimaneva una fonte “d’incantamenti, di leggende e di misteri”.
“Il giornalismo sportivo o è serissimo o è servile. Ma per essere servili occorrono mille trucchi e un milione di reticenze e di bugie. Per essere seri basta ‘saper vedere’ indipendentemente dalle tesi prefabbricate”.
Giovanni Arpino entra nel mondo del giornalismo sportivo nel 1969 come un corpo estraneo, con uno stile narrativo libero da vincoli e quasi sempre controcorrente, che condivide con l’allora emergente Osvaldo Soriano.
Uno stile che trova la sua realizzazione nel capolavoro Azzurro tenebra, frutto di quello spirito ribelle, sognatore e fuggitivo per cui il calcio rimaneva una fonte “d’incantamenti, di leggende e di misteri”.
Visionari - Luigi Gianoli
L'incontro di Adalberto Scemma con la prosa di Luigi Gianoli avviene romanticamente sul banco di un mercatino di libri usati, dove si imbatte per caso in una copia del suo libro "Ritagli Rosa". È un innamoramento immediato per la prosa di questo autore dimenticato, e per "quelle sue storie che quando le leggevi, cito Gianni Brera, autore della prefazione, quando le leggevi avvertivi con stupore il passaggio degli angeli in cielo".
"Nessuno, dopo di lui, ha più avuto la capacità di raccontare gli uomini con i loro pensieri, con i loro sogni, con gli slanci e le vigliaccherie che emergono dietro gli stereotipi, dietro le maschere, dietro le immagini di maniera rilanciate dalle commedie mediatiche".
L'incontro di Adalberto Scemma con la prosa di Luigi Gianoli avviene romanticamente sul banco di un mercatino di libri usati, dove si imbatte per caso in una copia del suo libro "Ritagli Rosa". È un innamoramento immediato per la prosa di questo autore dimenticato, e per "quelle sue storie che quando le leggevi, cito Gianni Brera, autore della prefazione, quando le leggevi avvertivi con stupore il passaggio degli angeli in cielo".
"Nessuno, dopo di lui, ha più avuto la capacità di raccontare gli uomini con i loro pensieri, con i loro sogni, con gli slanci e le vigliaccherie che emergono dietro gli stereotipi, dietro le maschere, dietro le immagini di maniera rilanciate dalle commedie mediatiche".
Visionari - Gianni Mura
Tra i pochi eredi dell'incredibile lascito letterario di Gianni Brera, Gianni Mura fu cantore incomparabile delle emozioni sportive, di quel "mondo-batticuore fatto di slanci improvvisi e di emozioni incantate" tanto lontano dalle cronache sportive di oggi.
In questo ritratto Adalberto Scemma ne tratteggia gli aspetti meno noti, come l'amore per il canto o quella "sarditudine" che tanto ne ha cesellato le parole.
Tra i pochi eredi dell'incredibile lascito letterario di Gianni Brera, Gianni Mura fu cantore incomparabile delle emozioni sportive, di quel "mondo-batticuore fatto di slanci improvvisi e di emozioni incantate" tanto lontano dalle cronache sportive di oggi.
In questo ritratto Adalberto Scemma ne tratteggia gli aspetti meno noti, come l'amore per il canto o quella "sarditudine" che tanto ne ha cesellato le parole.
Visionari - Dino Buzzati
Scrittore "buzzatiano" per eccellenza, Dino Buzzati mise il suo talento al servizio non solo delle sue narrazioni più famose ma anche, e in maniera ancora più "visionaria", della cronaca e del reportage sportivo.
Così quando nel 1949 viene inviato dal "Corriere della Sera"a seguire il Giro d'Italia per raccontare il duello tra Coppi e Bartali, le sue cronache diventano sogno, leggenda, un fiorire di stile e immaginazione che crea una realtà magica, in cui i due ciclisti e i loro avversari si muovono come creature mitologiche e indimenticabili.
Scrittore "buzzatiano" per eccellenza, Dino Buzzati mise il suo talento al servizio non solo delle sue narrazioni più famose ma anche, e in maniera ancora più "visionaria", della cronaca e del reportage sportivo.
Così quando nel 1949 viene inviato dal "Corriere della Sera"a seguire il Giro d'Italia per raccontare il duello tra Coppi e Bartali, le sue cronache diventano sogno, leggenda, un fiorire di stile e immaginazione che crea una realtà magica, in cui i due ciclisti e i loro avversari si muovono come creature mitologiche e indimenticabili.