Nessun luogo è lontano
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Storie, notizie, analisi, per raccontare ogni giorno tutto ciò che accade fuori dai confini italiani. Fatti apparentemente lontani che ci riguardano sempre di più, quotidianamente. Dopo un anno di reportage, Giampaolo Musumeci posa lo zaino, accende il microfono e accoglie reporter, fotografi, analisti, i più autorevoli a livello internazionale.
Autore: Radio 24
Ultimo episodio: 31/10/24 18:00
Aggiornamento: 01/11/24 1:10 (Aggiorna adesso)
Spagna: confermati finora 158 morti in alluvione. Ci colleghiamo con Elena Marisol Brandolini, Giornalista italiana, vive in Catalogna. Ha collaborato con L’Unità e Il Fatto Quotidiano. Attualmente scrive anche per Il Messaggero e East West Mondo.
Harris-Trump: testa a testa negli states, in 7 stati in bilico, tanti gli argomenti sul tavolo per i due candidati. L'opinione e l'analisi di Paolo Magri, presidente del comitato scientifico di ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e docente di Relazioni Internazionali all' Università Bocconi.
Mosca: messo in orbita un nuovo satellite militare. Ne parliamo con Emilio Cozzi, giornalista, collabora con Sky e Radio24, esperto di spazio ha scritto Geopolitica dello spazio. Storia, economia e futuro di un nuovo continente (Il Saggiatore) podcast originale di Radio24 Geopolitica dello Spazio con il nostro Giampaolo Musumeci.
Kamala Harris ha tenuto martedì sera, a Washington, il discorso finale della campagna elettorale. La vicepresidente, che non si è trattenuta dal definire Donald Trump un «tiranno capriccioso», «ossessionato dalla vendetta», ha esposto i temi principali del suo programma, compreso un progetto di legge per l'immigrazione e il diritto all'aborto. Ne parliamo con Federico Romero, professore emerito all’Istituto Universitario europeo, e con Nilsa Alvarez, coordinatrice nazionale per la comunità ispanica di Faith & Freedom Coalition.
Possiamo dire con certezza che alcune unità militari nordcoreane sono sono state dispiegate nella regione di Kursk". Sono le parole del segretario generale della Nato Mark Rutte (nella foto) che ha parlato anche di "una pericolosa espansione della guerra russa". Ne parliamo con Nello Del Gatto, giornalista, nostro collaboratore a Gerusalemme, e con Elisa Cardillo del dipartimento "Comunicazione" di Unrwa.
È uno scenario di scontro politico quello che si apre in Georgia all'indomani delle elezioni parlamentari. Secondo i risultati ufficiali, infatti, la vittoria va al partito di governo “Sogno georgiano”, ostile al percorso di adesione del Paese all’Ue. L'opposizione però ha gridato fin da subito allo scandalo e la presidente Salomé Zourabichvili ha parlato di «elezioni rubate». Ne parliamo con Federico Baccini, giornalista per Osservatorio Balcani Caucaso, e con Eleonora Tafuro, ricercatrice Ispi, esperta di Russia, Caucaso e Asia Centrale.
Le elezioni di domani, sabato 26 ottobre, metteranno la Georgia di fronte a un bivio: Unione Europea o Russia. Bidzina Ivanishvili non è più premier e neanche deputato. Ma con il suo «Sogno georgiano» dalle posizioni filorusse continua a essere l'ombra che si proietta su un Paese dove comunque almeno l'80% dei cittadini sembrerebbe volere l'ingresso nell'Unione europea. Ne parliamo con Federico Baccini, giornalista per Osservatorio Balcani Caucaso, e con Nona Mikhelidze, ricercatrice Iai.
Non c'è ancora una rivendicazione, ma subito dopo l'attacco armato contro la sede delle Turkish Aerospace Industries, alle porte di Ankara, il presidente Erdogan ha parlato di "terrorismo". Sono quindi seguiti raid aerei contro obiettivi del Pkk, considerato organizzazione terroristica dal governo di Ankara, nel nord dell'Iraq e in Siria. Ne parliamo con Marta Ottaviani, giornalista di Avvenire esperta di Turchia.
L'attacco delle Forze di Difesa Israeliane a Al Qard al Hassan, la "banca di Hezbollah", è un duro colpo per l'organizzazione ma anche per migliaia di libanesi che erano soliti gestire le loro finanze attraverso l'associazione che, a differenza degli istituti di credito riconosciuti, aveva continuato ad erogare il denaro anche dopo la crisi del 2019. Di questo, del conflitto in Medio Oriente e di altri temi parliamo con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24Ore ora a Beirut, e con Filippo Dionigi, Senior Lecturer in Relazioni Internazionali all’Università di Bristol.
A Kazan, in Russia, è iniziato oggi il Brics Summit 2024, il vertice dell'organizzazione delle economie emergenti che proseguirà fino al 24 ottobre. Oggi era in programma l'evento più atteso, l'incontro bilaterale tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping. Ne parliamo con Filippo Fasulo, condirettore dell'Osservatorio Geoeconomia dell'Ispi.
Meno di un punto percentuale di differenza a favore del sì. Sembrerebbe davvero esigua la distanza tra chi in Moldova vorrebbe l'ingresso nell'Unione europea e chi invece preferirebbe mantenere lo status quo. Quello che doveva rappresentare un momento politico decisivo per il Paese si è insomma trasformato in un boomerang che ha portato nuove ombre e incertezze. Ne parliamo con Eleonora Tafuro di Ispi e con Isac Mihai, giornalista moldavo esperto della regione del Mar Nero.
Smantellare la rete terroristica di Hamas: era questo uno degli obiettivi dichiarati da Benjamin Netanyahu all'inizio della guerra a Gaza. Ora che anche Yahya Sinwar è stato ucciso, possiamo quindi considerare la fine della guerra più vicina? Ne parliamo con Guido Olimpio, firma del Corriere della Sera, Michael Young del Carnegie Endownment for Peace, e con Brian Katulis del Middle East Institute.
Sarà una giornata impegnativa quella di domani per Giorgia Meloni. La premier infatti, a seguito dei ripetuti attacchi di Israele ai soldati di Unifil, si recherà prima in Giordania dal re Abdallah II, poi a Beirut, dove incontrerà il primo ministro Najib Mikati. Intanto, si inseguono le voci dell'uccisione della testa di Hamas Yahya Sinwar. Ne parliamo con Riccardo Alcaro, responsabile ricerca e programma attori globali Iai, e con Amer al Sabaileh, docente al dipartimento di Relazioni internazionali dell’Università di Giordania, Amman.
Elon Musk ha donato quasi 75 milioni di dollari per sostenere la candidatura dell’ex presidente alla Casa Bianca. Ma non è l'unico donatore a sei zeri di quella che è una delle campagne elettorali più ricche di sempre. Ne parliamo con Giovanni Borgognone, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Torino, e con Francesco Clementi, docente di Diritto pubblico comparato all'Università La Sapienza di Roma, autore insieme a Gianluca Passarelli di “Eleggere il presidente. Gli Stati Uniti da Roosevelt a oggi” (Marsilio).
Dovrebbe arrivare domani 16 ottobre la nave Libra che porterà i primi migranti nei nuovi centri in Albania. Sarebbe l'avvio di un progetto fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen definisce un modello "da cui trarre lezioni pratiche". Ne parliamo con Beda Romano, corrispondente de Il Sole 24Ore a Bruxelles e con Erion Gjatolli, redattore e ricercatore dell’Osservatorio Balcani e Caucaso e Transeuropa.
Andiamo poi in Corea, dove analizziamo le crescenti tensioni tra il Nord e il Sud con l'aiuto di Antonio Fiori, professore presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Bologna.
Benjamin Netanyahu stavolta è diretto e chiede al segretario generale delle Nazioni Unite il ritiro di Unifil dalla Blue Line. E aggiunge che, restando, i soldati dell'Onu starebbero fungendo da scudi per Hezbollah. Dall'altra parte, Unifil si rifiuta di abbandonare la missione e considera gli attacchi di Israele una violazione del Diritto internazionale. Ne parliamo con Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, Marco di Liddo, direttore del CeSi, e con Gabriele Della Morte, docente di Diritto internazionale all'Università Cattolica.
Dal primo febbraio 2021 il Myanmar è piombato in una situazione disastrosa. Lo scontro tra l'esercito e la resistenza ha sfibrato la popolazione mentre la comunità internazionale, frammentata per gli interessi che soprattutto Cina e India avrebbero nell'area, fatica a trovare una risposta coordinata alla crisi. Ne parliamo con Massimo Morello, giornalista e autore di "Burma Blue" (Rosenberg e Sellier), Simone Pieranni, giornalista, autore di ""2100. Come sarà l'Asia, come saremo, noi" (Mondadori), e con "Jessica", profuga birmana che ora vive in Italia.
Mentre il mondo attende la reazione di Israele al secondo attacco dell'Iran, l'Unifil fa sapere che alcune sue postazioni sono state colpite da Israele. Secondo il portavoce della missione Onu Andrea Tenenti, le Israel Defense Forces hanno sparato contro le basi sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Ne parliamo con Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa, e con Riccardo Alcaro, responsabile della ricerca e del programma "Attori globali" IAI, Istituto Affari Internazionali.
Durissimo scontro al Parlamento Ue fra il premier ungherese Viktor Orban, intervenuto per illustrare le priorità della presidenza ungherese dell'Ue, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in particolare sul tema dei migranti e della guerra in Ucraina. Ne parliamo con Beda Romano, corrispondente de Il Sole 24Ore a Bruxelles.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si recherà oggi in visita in Arabia Saudita. Intervenendo alla tv di Stato, il capo della diplomazia di Teheran ha annunciato che inizierà un viaggio nella regione per dar vita a un "movimento collettivo dei Paesi della regione per fermare i brutali attacchi in Libano". Ne parliamo con Cinzia Bianco, analista dello European Council on Foreign Relations, esperta di Paesi del Golfo.
Sabato 7 ottobre 2023, ore 6.30 del mattino: dalla Striscia di Gaza, Hamas lancia migliaia di razzi contro Israele. Segue poi un'offensiva che penetra in profondità nel territorio israeliano: è l'inizio della guerra. A un anno dallo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas, valutiamo gli scenari futuri e le possibili prossime mosse di Israele con Valeria Talbot di Ispi e Roberto Bongiorni, inviato del Sole 24Ore a Tel Aviv.
Con un fucile al fianco, Khamenei ha guidato le preghiere del venerdì alla Grande Moschea di Mosalla nel centro di Teheran e ha detto che Israele "non può danneggiare seriamente" Hezbollah e Hamas. Ne parliamo con Maria Luisa Fantappiè, responsabile del programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa di Iai, Claudio Bertolotti, direttore di Start Insight, e con Andrea Plebani di Ispi.
Mentre trapela la notizia secondo cui il ministro degli Esteri libanese avrebbe detto che Hassan Nasrallah è stato ucciso dopo aver accettato il cessate il fuoco, la guida suprema dell'Iran Ali Khamenei (nella foto) sembra essere molto preoccupato per le infiltrazioni dell'intelligence israeliana negli alti ranghi del governo e degli apparati di difesa iraniani. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento, Luca Trenta, professore di Relazioni Internazionali all’Università di Swansea, e con Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24Ore in Israele.
Dopo l'attacco missilistico di ieri da parte dell'Iran in territorio israeliano, la domanda che il mondo intero si pone riguarda la possibile risposta di Israele. Ne parliamo con Valentina Furlanetto, nostra inviata a Gerusalemme, Roberto Bongiorni, inviato del Sole 24Ore in Israele, Alessandro Marrone, responsabile del programma "Difesa" di Iai, e con Alain Chouet, ex direttore della DGSE, l’agenzia estera dei servizi di sicurezza francesi, e profondo conoscitore del Medio Oriente.
La notte scorsa le truppe israeliane sono entrate in territorio libanese. L'obiettivo è distruggere le infrastrutture di Hezbollah e spingere i soldati del gruppo lontano dal confine. Nel frattempo, l'intelligence statunitense ha avvisato Israele di un possibile attacco missilistico da parte dell'Iran. Ne parliamo con Gabriella Colarusso, inviata di Repubblica in Libano, Roberto Bongiorni, inviato de Il Sole 24Ore in Israele, Francesca Lazzari, responsabile AVSI in Libano, e Giuseppe Dentice, analista del CeSi.
Ora che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stato ucciso durante un raid israeliano, si apre lo scenario di una possibile successione a guida dell'organizzazione e di una possibile reazione da parte dell'Iran. Nel frattempo Israele continua a bombardare il Libano, anche il nord, e colpisce anche lo Yemen, terra degli Houthi. Ne parliamo con Lorenzo Trombetta, collabora con Ansa e Limes, Aniseh Bassiri Tabrizi, analista di Control Risks, Valentina Furlanetto, nostra giornalista inviata in Israele.
Prima Joe Biden, poi Kamala Harris, infine Donald Trump. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è assicurato un colloquio con ognuno dei tre politici al momento più influenti degli Stati Uniti. Un lavoro diplomatico importante che, per decisione del Congresso, ha portato al paese invaso un nuovo pacchetto di aiuti da 7,9 miliardi di dollari. Ne parliamo con Mario Del Pero, professore di Storia degli Stati Uniti e Storia delle Relazioni Transatlantiche a Sciences Po, Parigi.
Nel frattempo, al palazzo di vetro delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu sostiene "di essersi presentato per smentire le bugie dette sul suo paese e dire la verità". Ne parliamo con Pejman Abdol Mohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento.
Secondo quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti, Vladimir Putin avrebbe minacciato nuovamente i Paesi Nato dichiarando che la Russia potrebbe prendere in considerazione l'uso di armi nucleari in caso di "lancio massiccio di armi di attacco aerospaziali, inclusi missili e droni" sul suo territorio. Ne parliamo con il colonnello Orio Giorgio Stirpe, specializzato in intelligence operativa, e con Antonella Scott, giornalista de Il Sole 24Ore, esperta di Russia.
Molte dichiarazioni ma poche soluzioni. All'assemblea generale delle Nazioni Unite si è parlato di equilibri internazionali "mai così tesi dalla Guerra Fredda", di linee rosse superate, di violazioni della carta dell'organizzazione inaccettabili ma non si è arrivati a un punto definitivo sulla risoluzione dei conflitti in atto. Ne parliamo con Gigi Donelli, nostro inviato a Kharkiv, con Francesco Semprini, inviato de La Stampa nella zona di Pokrovsk, e con Riccardo Sessa, già ambasciatore, presidente della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale).
Sono almeno 558 i morti in Libano, di cui 50 minori. Mentre Netanyahu ribadisce ai libanesi che il vero obiettivo è Hezbollah, la popolazione si ritrova costretta all'esodo per via dei frequenti bombardamenti. Ne parliamo con Giuseppe Dentice, analista del CeSi, e con Maurizio Raineri, responsabile in Libano per WeWorld.
"Nell'arco di molti anni Hezbollah ha nascosto armi nelle case e ha militarizzato le strutture civili". Con queste parole il portavoce delle Idf Daniel Hagari parla del territorio meridionale del Libano dove in questo momento si stanno scagliando decine di bombe israeliane. Il bilancio ad ora è di circa 200 morti e più di un migliaio di feriti. Ne parliamo con Nello Del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme, e con Gabriella Colarusso, inviata a Beirut per Repubblica.
"Tali atti terroristici, indubbiamente dovuti alla disperazione e ai fallimenti del regime sionista, incontreranno presto una risposta schiacciante dal fronte della resistenza e assisteremo alla completa distruzione di questo regime crudele e criminale". Sembra fosse questo il contenuto della lettera che il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami, ha inviato al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Come si muoverà l'Iran rispetto all'attacco inferto a Hezbollah nei giorni scorsi? Cosa attendersi? Lo chiediamo a Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento.