Nei giorni scorsi è stato presentato dal Ministro Rutelli il “pacco” confezionato dal suo predecessore Luigi Stanca (ex ministro per l’innovazione) del precedente governo Berlusconi.
Il sito Italia.it, che nelle intenzioni doveva servire a promuovere il turismo in Italia, è costato 45 milioni di euro ed ha incassato la condanna unanime di tutto il popolo del web:
- il sito è stato spesso irraggiungibile mostrando non un messaggio di errore ma una semplice pagina bianca
- è stato presentato da Rutelli come era stato definito nel progetto originario di Stanca, ossia il “portale” italiano del turismo; evidentemente nè Stanca nè Rutelli sanno che il concetto di “portale” è un concetto obsoleto che era popolare prima di Google, quando per cercare una informazione si doveva navigare in profondità all’interno di un sito. Da quando c’è Google è lui il vero portale cui ci si rivolge per cercare qualunque informazione
- più che avere reali informazioni utili sembra una improbabile aggregazione di brochure turistiche con informazioni comunque già facilmente disponibili altrove in rete
- la traduzione in inglese del sito, lungi dall’essere professionale, sembra essere decisamente maccheronica (evidentemente i 45 milioni non erano sufficienti per pagare una traduttrice madrelingua)
- il solo logo sembra essere costato 100.000 Euro, non male per una bella e verde carota!
- il sito non segue neanche le regole di accessibilità e le “best practice” nel web design che i siti moderni, professionali e non, seguono, a cominciare dai siti basati sui Content Management System gratutiti come Drupal o WordPress: anzichè utilizzare gli Style Sheets per il layout, vengono utilizzati le “tables”, esattamente come i vecchi portali degli anni ’90
- come nei peggiori siti che violano tutte le regole dell’usabilità c’è la inutile pagina iniziale priva di contenuti e con la scritta “Enter in Italy”, nelle pagine successive la maggior parte dello schermo è occupato da inutili animazioni fatte in flash, neanche in sintonia con il contenuto delle pagine
Se lo scopo era quello di mostrare a tutto il mondo l’Italietta tecnologicamente arretrata, che parla un inglese maccheronico ed improbabile allora si è riusciti nell’impresa.
Ma per raggiungere uno scopo tanto modesto perchè si sono spesi 45 milioni di Euro?
Indegnamente parafrasando Pasolini (lui parlava delle stragi degli anni ’70) possiamo dire che sappiamo perche’ sono stati spesi quei soldi, ma non abbiamo le prove. Lo sappiamo perche’ siamo in grado di ragionare e dare una spiegazione logica alle cose ed io posso solo immaginare la seguente ipotetica spiegazione che è puramente fantasiosa in quanto basata unicamente sul ragionamento e non su prove che non ho (e spero che questa dichiarazione sia sufficiente ad evitare denunce per diffamazione!)
- un gruppo di incompetenti innovatori ministeriali, guidati dal ministro Stanca, lanciano una idea ripescata da qualche ritaglio di giornale degli anni ’90 di un “portale” italiano del turismo
- si rivolgono allora a qualche nota società del settore che scrive le specifiche del portale in modo tale che il futuro bando di gara possa essere vinto dai “soliti noti”
- i soliti noti, tra cui la IBM, (ed ovviamente il fatto che Stanca provenga da quella società è pura coincidenza) si aggiudicano la gara per la realizzazione del portale. Ovviamente il portale dovrà essere sempre raggiungibile, non dovrà essere vittima del suo successo mostrando pagine bianche ai troppi visitatori per cui dovrà utilizzare tutte le costosissime e complicate tecnologie dell'”OnDemand” di IBM in modo da allocare risorse solo quando il carico lo richiede (avendole, ovviamente, pagate tutte in anticipo anche in assenza di carico!)
- una volta speso una quantità significativa di denaro in project management, hardware e licenze software prodotte da società leader del settore, si è dovuto trovare qualche sfigato Co.co.co. o con contratto a progetto di 6mesi/un anno per realizzare il sito
- gli sfigati realizzatori del sito (cui va tutta la mia simpatia), sono stati probabilmente assunti tramite annunci molto simili ad uno dei seguenti:
IBM Tivoli Administrator: si richiede conoscenze di Tivoli Storage Manager, Tivoli Monitoring, Tivoli Monitoring for Database, Tivoli Risk Manager, Tivoli Enterprise Console, Tivoli Netview, si offre contratto a termine di 6 mesi
IBM TIVOLI Disaster Recovery Managers: si offre contratto a progetto o partita iva (così in caso di disastro si fa subito a licenziare!)
Lan Manager: si richiede laurea in ingegneria o informatica, conoscenze di Java, HTML, XML, SQL, JSP, J2EE in ambiente Linux Windows, database Oracle, SQL, Access, lingua inglese, si offre un contratto di lavoro della durata di 6/12 mesi
Ulteriori informazioni su questo scandalo li trovate su:
- ottimi articoli di Punto Informatico
- un blog che ridicolizza il dilettantesco layout in HTML del sito
- un blog interamente dedicato a questo scandalo
- i prima orgogliosi, e poi pentiti, realizzatori del sito
Voglio concludere con un sentito ringraziamento a tutti gli sfigati lavoratori precari che probabilmente hanno realizzato parti importanti del sito e che hanno messo a nudo lo stato scandaloso dell’informatica pubblica in Italia.
W l’Italia
Se L’Italia ti fa così schifo perchè non ti trasferisci? Magari in Cina o a cuba….
W L’Italia per davvero!
Non si ama il proprio Paese se non lo si vuole migliorare. Io, come tantissima altra gente, vorrei contribuire a vivere in un Pese civile, moderno e democratico. Non vorrei che l’Italia possa continuare a scivolare verso il terzo mondo seguendo delle strade simili a quelle percorse dall’Argentina di Menem.
Lavoro nel settore della tecnologia da 20 anni e posso testimoniare in prima persona di come siamo gradualmente scivolati indietro. Quegli annunci di lavoro, testimonianza di una dura realtà, erano inimmaginabili 20 anni fa, quando molte aziende si contendevano i migliori talenti con benefit ed incentivi.
Valerio Di Giampietro
http://www.digiampietro.com
Bravo Valerio,
Bravo Valerio,
quand’è che torni su Notizie Digitali??? Ci manchi.
Peccato che tu caschi sempre sulla politica, con quella tua sagacia sinistrosa che ha poco a che fare con il mondo tecnologico.
Non sono daccordo con “W lItalia”
Non credo che dalle parole di Valerio si legga uno “schifo per l’Italia”. Tuttaltro!!! Credo che questo garbato sfogo denoti un sentimento a noi comune, ovvero il piacere di far parte di questo Paese, ma la vergogna nel vedere i nostri soldi spesi in questo modo. Sono un laureando di ingegneria informatica, e con le questioni legate alla tecnologia ci vado “a braccetto”, e ritengo che l’assurda spesa di 45 milioni di euro per quel portale sia una presa in giro per tutti gli altri professionisti che avrebbero potuto fare meglio e chiedendo un centesimo di quei soldi. Non credo alle valutazioni con i paraocchi, così come non credo che dobbiamo elogiare il lavoro svolto solo perchè siamo italiani. Anzi, proprio perchè siamo tali dobbiamo indignarci per questa, scusate la franchezza, porcheria che è stata realizzata.
Dino.
W l’Italia….ma meglio la Cina!
infatti io mi sono trasferito in Cina….dove certe cazzate ci pensano bene prima di farle!
l’italietta arretrata
sono bravi tutti a sputare sentenze
Ortografia
Va bene lo scandalo di italia.it, però anche noi dovremmo iniziare a conoscere la lingua italiana: “nè Rutelli nè Stanca” si scrive “né Rutelli né Stanca” per non parlare poi del congiuntivo ormai defunto da tempo.
Saluti
Ortografia
Ti ringrazio della correzione. Hai ragione, il fatto è che so che in html “è” si scrive
come invece si scrive la “e” con l’accento nell’altro verso non me lo ricordo!
Valerio Di Giampietro
http://www.digiampietro.com